Lascia sorpresi - fatta salva la tutela della democrazia che ha sempre rappresentato un valore inalienabile per i lavoratori - che esista anche un fronte del NO alle modifiche del contratto proposte dalla FIAT.

In un momento in cui avere un lavoro rappresenta un privilegio viene da domandarsi come possa un operaio che pensa con il proprio cervello e non con quello dei sindacati, aderire ad iniziative di boicottaggio nei confronti di chi nel bene e nel male gli garantisce uno stipendio.

La risposta è un benessere ancora diffuso goduto ancora oggi grazie agli aiuti delle generazioni precedenti.

I figli di chi è arrivato a Torino negli anni del dopoguerra non hanno avuto modo di imparare granchè se i loro genitori li hanno sempre e solamente aiutati senza spiegare loro il motivo di questo sistema che consideriamo quantomeno distorto. Ed è per questo che nella cultura del "tanto in Italia non ti lasciano morire di fame" ci ritroveremo masse di disoccupati cronici, sostenuti finchè sarà possibile dall'indennità di disoccupazione senza avere spiegato loro la necessità dell'estirpamento della cultura assistenziale di cui si sono cibati per decenni le generazioni precedenti, facendo ciascuno la propria parte anziché urlare al calpestamento della democrazia ad ogni refolo di vento.

Ci auguriamo che nel segreto dell'urna a Mirafiori prevalga il buon senso. Per Torino e per i torinesi tutti.

Questa mattina il cielo di Torino è grigio. Nella calza della befana troviamo le buone speranze che l'amministrazione sanitaria regionale ha affidato alle mani esperte di un sessantenne, Emilio Iodice.

Già Amministratore in una ASL piemontese, il neo-Commissario ha dichiarato che non intende dimettersi da consigliere comunale della Lega Nord del comune di Novara.

Ricoprire un ruolo di responsabilità così elevata nella gestione economica di un polo ospedaliero che vedrà uniti Molinette, CTO, Maria Adelaide e a breve anche Regina Margherita e Sant'anna non è cosa da poco.

Come potrà egli seguire entrambi gli incarichi ricoperti con la necessaria dedizione ? Amministrare una quantità di risorse economiche così imponente richiederà giornate di lavoro di almeno 36 ore.

Il cumulo di incarichi è una vecchia abitudine tutta italiana e nessun governo ha mai osato mettere mano ad una riforma che limiti la collezione di poltrone che nella maggior parte dei casi restituisce agli enti amministrati solo svogliate sedute per giustificare i succulenti gettoni di presenza. Del resto il tempo che rimane per lavorare è ben poco.

Ci avvaliamo della facoltà di non rispondere e mangiamoci una scaglietta di carbone dolce.

Le carceri sono visitate dai politici solo in campagna elettorale. A Natale - come in tutto il resto dell'anno - nessuno si ricorda di loro.

Il penitenziario Lorusso e Cotugno di Torino, le meglio note "Vallette", ospita 1586 reclusi a fronte di una capienza ottimale di 994. Inutile immaginare come si possa vivere in certe condizioni, privati della libertà personale.

Pensiero Italia porge a queste persone gli auguri di Buon Natale.

Davanti alle ex Officine Grandi Riparazioni in corso Castelfidardo, da due anni campeggia una scultura di metallo scatolato alta due metri che riproduce il logo TO 011. Inizialmente si credeva fosse la pubblicità di qualche compagnia telefonica per festeggiare la numerazione del prefisso telefonico di Torino.

Si trattava invece della mostra "Biografia di una Città", esposta nelle sterminate metrature industriali dismesse delle OGR, prologo dei festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

In verità oggi per le strade più che la fregola per il tricolore unitario si avverte qualcosa di meno promettente. L'ombra del loden verde sulla poltrona di primo cittadino prelude - viste le sue esperienze come responsabile FIAT del PCI negli anni duri - ad un'era di neo-grigiore socioindustriale.

Del resto non è proprio parte del DNA dell'ambiente torinese il coraggio di pensare a uomini di mentalità futurista, in grado di immaginare un rilancio della Città.

Invece di gestire con cariche di ottimismo il transito dalla dismissione del modello fordista a quello di città con nuovi concetti urbani e sociali, si è preferito garantire a chi ormai vive in cassa integrazione mentale qualche festa canora gratuita e magari il lancio di un nuovo modello di automobilina ad idrogeno.

Buon anno, Torino.

L'operazione politica che dalla famiglia Agnelli al mondo della cultura torinese portò Valerio Zanone ad impersonare la prima guida liberale moderna al governo di Torino fu un attimo di passione incontenibile, per un liberale come me.

Oggi nella sua intervista a La Stampa, dopo avere rinnegato la sua appartenenza al PLI si esprime in citazioni latine che sentite oggi suonano straniere. A Torino nessun intellettuale, salvo a casa propria, usa citazioni. Solo proclami.

Viene da pensare : peccato che Zanone abbia guidato una città importante come Torino per così poco tempo.

Tempo di finire l'intervista rilasciata a Niccolò Zancan de La Stampa e viene da pensare : meno male che l'hanno trombato al parlamento  - a destra e a sinistra  - e che oggi si limita a venire a Torino due volte al mese.