Aprendo il giornale questa mattina torno bambino e mi balza alla mente il romanzo scritto in prigione a Genova dal compagno di cella di Marco Polo nel 1298 che sotto dettatura descriveva le gesta del celeberrimo navigatore. Racconti che da bambini facevano ancora sognare, qualche anno prima della Playstation.

Poi mi risveglio e scopro che Il Milione dopo più di settecento anni invece è la cifra in euro che il senatore Enzo Ghigo chiede al suo partito come minima dotazione economica per sfidare a suon di faccioni il candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali di primavera.

Potrebbe magari metterceli lui tutti quegli euro, altrimenti siamo alle solite : teste ben pettinate e barbe rifinite, biondo-crocetta come se piovesse e tailleurini gessati per le signore, volantini a vagonate buttati nei cestini dell'immondizia...tanto pagano gli altri. Se poi paga il Presidente del Consiglio con i soldi suoi nessuno avrebbe da ridire ma considerate le ultime vicende che riguardano certe voci di spesa personali di Berlusconi vien da pensare che forse è meglio darsi una calmata.

Anche perchè, questa è a nostro giudizio la considerazione più rilevante, non servono troppi soldi per diffondere un messaggio se questo contiene idee sane ed intelligenti. Va bene la televisione e la cultura dell'immagine che da vent'anni dirige e forma il pensiero degli italiani ma ad un certo punto anche se si evitano tabelloni luminosi tipo Las Vegas e si torna in piazza a parlare di cose serie in piedi sulla cassetta di mandarini magari la gente si disgusterebbe un po meno e tornerebbe a votare, cessando così di ingrossare di elezione in elezione le fila degli astensionisti che sono ormai il terzo partito italiano.

 

La cantilena si ripete ogni qualvolta ci si chiede come mai gli Enti preposti non intervengano laddove necessario : non ci sono i soldi.

Nella comprensione della situazione in cui versa il Paese intero, riteniamo che le scuole dove i nostri figli trascorrono gran parte della giornata meritino una particolare attenzione. Non è bastato il drammatico crollo del soffitto della scuola di Rivoli che costò la vita ad un ragazzo e una gravissima invalidità  permanente ad un suo compagno a porre in cima alle priorità la sicurezza dei palazzi scolastici.

La scuola elementare Ricardi di Netro di Via Valfrè a Torino, di fronte alla caserma dei Carabinieri è in uno stato indecente. I ponteggi che da anni fungono da riparo posticcio alle prevedibili cadute dei pezzi del balcone sopra l'ingresso dell'edificio rappresentano quanto ha potuto l'amministrazione comunale per venire incontro alle legittime richieste di sicurezza dei genitori dei bambini che frequentano la scuola.

I fondi per queste opere sono di competenza della Provincia di Torino che abbandona queste strutture pubbliche in preda al degrado ma spende cifre incalcolabili per sagre e promozioni culinarie di dubbia utilità sociale.

Gli italiani rimangono a bocca aperta venendo a sapere che il presidente del Consiglio eletto con i loro voti ha come patologia la fissazione per le giovani donne. Non mi pare sia una novità.

Certo l'etica e la morale conoscono in questa fase della storia repubblicana il punto più basso. Le inchieste che ormai non si contano più e che hanno avuto negli ultimi 15 anni come principale indagato Silvio Berlusconi spaziano dal falso in bilancio all'associazione a delinquere, dal favoreggiamento alla mafia allo sfruttamento della prostituzione minorile.E' difficile trovare qualsiasi attenuante.

E' una storia già vista ai tempi dell'esilio di Craxi che dovette scappare dall'Italia e dalla galera per aver approfittato della sua posizione di leader.

Per molto meno due presidenti degli Stati Uniti si sono giocati la carriera. Il popolo italiano però sa perdonare finché gli conviene...

In Italia la magistratura porta un attacco al cuore dello Stato dall'interno, non domandandosi dopo la tanto anelata caduta del re con quali strumenti potrebbe la coalizione oppositrice governare l'Italia. I moralizzatori per abbattere un anziano maniaco delinquente e mafioso hanno dovuto ricorrere a costosissime intercettazioni telefoniche e strumenti di indagine distraendo mezzi utili alla persecuzione di reati ben più gravi, per trascrivere le conversazioni tra un manipolo di escort senza scrupoli (e senso del gusto) ed i loro magnaccia.

L'alternanza che ha da sempre caratterizzato il voto italiano porterà di certo, fa parte dei piani, ad una impennata del voto antagonista senza sapere se è il governo che si presenterà per ottenere la fiducia sarà rappresentato da un organico schieramento politico parlamentare o da una pletora di funzionari litigiosi.

Non si vorrebbe ritornare al vecchio adagio : si stava meglio quando si stava peggio.

Solo ai torinesi Torino non piace molto. Come quando ti trovi in villeggiatura in una bella e solare località di mare magari in un improvvisato week end di gennaio e ti domandi come sarebbe la tua vita trasferita in quel luogo per godertelo ogni giorno dell'anno : certamente meno entusiasmante di quanto si pensi.

Il guru del salottismo Roberto d'Agostino in occasione della presentazione del suo ultimo volume al Circolo dei lettori ha definito la nostra città assolutamente anti-cafonal, riservata, bella, elegante, aristocratica.Se però dovesse barattare la sua bella altana sul lungotevere con un appartamento in qualunque affascinante angolo di Torino come per esempio il Lungopo, non lo farebbe neppure sotto tortura. Anche perché qui terminerebbe la sua lucrativa occupazione di censore del costume.

Arturo Brachetti, trasformista dal 1974 arriva invece dai più grigi quartieri operai del Borgo Vittoria, cresciuto artisticamente a Parigi non disdegnerebbe di vivere lì o a Londra. Peraltro ammette oggi di risiedere all'utimo piano di un palazzo antico nel centro storico di Torino e di esserne innamorato.E grazie !

Chi vive invece in condizioni di prospettive precarie, in quartieri grigi come le carrozzerie di Mirafiori, in strade luride di orina di cani e di cristiani credo che volentieri se ne andrebbe da qui. Il low profile subalpino propinato dalle politiche sociali di Palazzo Civico sa essere feroce per compiacere le clientele avvezze alle feste popolari e agli artisti di strada come attrattiva per chi non si può permettere di meglio durante il fine settimana.

Hanno ragione entrambi gli schieramenti ma credo che cercare di garantire un miglior decoro a certi angoli abbandonati e cantierizzati all'infinito sarebbe un dovere civico di ogni giunta municipale.

Aspettiamo con ansia le promesse elettorali dei tre sfidanti per lo scranno più alto della Sala rossa e poi vedremo...

Lascia sorpresi - fatta salva la tutela della democrazia che ha sempre rappresentato un valore inalienabile per i lavoratori - che esista anche un fronte del NO alle modifiche del contratto proposte dalla FIAT.

In un momento in cui avere un lavoro rappresenta un privilegio viene da domandarsi come possa un operaio che pensa con il proprio cervello e non con quello dei sindacati, aderire ad iniziative di boicottaggio nei confronti di chi nel bene e nel male gli garantisce uno stipendio.

La risposta è un benessere ancora diffuso goduto ancora oggi grazie agli aiuti delle generazioni precedenti.

I figli di chi è arrivato a Torino negli anni del dopoguerra non hanno avuto modo di imparare granchè se i loro genitori li hanno sempre e solamente aiutati senza spiegare loro il motivo di questo sistema che consideriamo quantomeno distorto. Ed è per questo che nella cultura del "tanto in Italia non ti lasciano morire di fame" ci ritroveremo masse di disoccupati cronici, sostenuti finchè sarà possibile dall'indennità di disoccupazione senza avere spiegato loro la necessità dell'estirpamento della cultura assistenziale di cui si sono cibati per decenni le generazioni precedenti, facendo ciascuno la propria parte anziché urlare al calpestamento della democrazia ad ogni refolo di vento.

Ci auguriamo che nel segreto dell'urna a Mirafiori prevalga il buon senso. Per Torino e per i torinesi tutti.