Lascia sorpresi - fatta salva la tutela della democrazia che ha sempre rappresentato un valore inalienabile per i lavoratori - che esista anche un fronte del NO alle modifiche del contratto proposte dalla FIAT.
In un momento in cui avere un lavoro rappresenta un privilegio viene da domandarsi come possa un operaio che pensa con il proprio cervello e non con quello dei sindacati, aderire ad iniziative di boicottaggio nei confronti di chi nel bene e nel male gli garantisce uno stipendio.
La risposta è un benessere ancora diffuso goduto ancora oggi grazie agli aiuti delle generazioni precedenti.
I figli di chi è arrivato a Torino negli anni del dopoguerra non hanno avuto modo di imparare granchè se i loro genitori li hanno sempre e solamente aiutati senza spiegare loro il motivo di questo sistema che consideriamo quantomeno distorto. Ed è per questo che nella cultura del "tanto in Italia non ti lasciano morire di fame" ci ritroveremo masse di disoccupati cronici, sostenuti finchè sarà possibile dall'indennità di disoccupazione senza avere spiegato loro la necessità dell'estirpamento della cultura assistenziale di cui si sono cibati per decenni le generazioni precedenti, facendo ciascuno la propria parte anziché urlare al calpestamento della democrazia ad ogni refolo di vento.
Ci auguriamo che nel segreto dell'urna a Mirafiori prevalga il buon senso. Per Torino e per i torinesi tutti.