...gabbato lu santo.
A Napoli spesso i modi di dire hanno sostituito tanto inutile eloquio.
Il Partito Democratico ha chiuso a Torino con l'intervento del suo leader Pierluigi Bersani una festa nazionale che ha registrato una partecipazione notevole. Le code agli stand dove si servivano tajarin (qualcuno dice anche con tartufo!) erano infatti all'ordine del giorno quando la pancia brontola e all'attenzione per gli slogan dei politici si sostituiscono sbadigli da stomaco vuoto.
Il piatto forte della violenza dei gruppi antagonisti ha sparso un po di sale su dibattiti spenti in merito a questioni già sentite buone solo per le agenzie di stampa (in attesa di sapere il prezzo dello scopino del water di casa Fini), non facendo altro che seminare tensioni non certo necessarie in un periodo già di per sè irto di pensieri negativi per molte categorie di persone.
Dopo tanti giorni di dibattito credo molti cittadini si aspettassero una traccia, un nome, la conferma che qualcuno avesse voglia di metterci la faccia e presentarsi alle elezioni di primavera come Sindaco del dopo-Chiamparino. Ed invece solo attendismo, il pre-partita delle primarie e nessun nome sicuro. Così Torino resta in attesa mentre corrono le emergenze dell'occupazione, il futuro che non c'è e qualche rimasuglio di grande opera per consolidare i soliti rapporti di affari.
Torino è anche qualità della vita, la politica nazionale si fa a Roma, non in piazza Castello e le strade sporche, i buchi nell'asfalto, la tassa rifiuti sempre più onerosa, e l'assenza di progettualità sono realtà che nessuno considera perchè considerati i mali minori.
A destra non ci sono notizie più chiare e a parte qualche neo-assessore sparato nella mischia (con l'unica certezza per lui di non essere il candidato sindaco) solo silenzi e chiacchiere in gran segreto e tanta, tanta paura di fare una brutta figura.
I cittadini possono esprimere la loro preferenza votando un partito nuovo, Pensiero Italia-Progetto Torino, nella certezza che gli accordi pre-confezionati rimarranno fuorti dalla porta per lasciare spazio alla politica buona, alla soluzione dei problemi di ogni giorno, alle piccole cose che tutte insieme costituiscono un circolo virtuoso per costruire tutti insieme una Torino migliore.