Un tempo sarebbe stato impensabile : la struttura ricreativa immersa nel verde che guarda il Po dall'imbarcadero da oltre un anno ha chiuso i battenti, forse per sempre. Il circolo dipendenti de La Stampa e della Regione Piemonte come in tantissimi casi è stato vittima di recenti gestioni dissennate che ne hanno determinato la fine. Le erbacce si stanno impadronendo dei vialetti tra i 7 campi da tennis e i 17 campi da bocce che per i trecento iscritti rimasti senza il loro Circolo erano una vera risorsa. Il quotidiano di Torino - irrinunciabile simbolo subalpino - non ha interesse o forse la possibilità, di salvare il suo CRAL e la conseguenza è quello che oggi si può vedere oltre le recinzioni se si ha voglia di fare una passeggiata dalle parti di piazza Zara.

Il Comune di Torino, ricevuta indietro dalla Regione la struttura in stato di abbandono, non ha alcuna intenzione di occuparsi di investire un solo euro e ha previsto una gara di assegnazione (non ancora bandita) per chi volesse costituirsi in associazione senza fini di lucro per gestire l'impianto.

Certo sono tempi duri per tutti, ma per evitare qualunque rischio di speculazione su un'area troppo appetibile come quella del CRAL di Piazza Muzio Scevola a Torino, è importante che qualcuno si faccia avanti nell'interesse non solo degli affezionati soci ma della Città intera.