Il via è stato dato, tra le urla di giubilo degli oppositori al regime.

Silvio Berlusconi ha rassegnato le dimissioni dal suo quarto governo. Forse gli sarebbe piaciuto avvicinarsi un pò di più ai sette mandati di Giulio Andreotti, ma l'età anagrafica, la consunzione del bersagliamento quotidiano che dal 1994 lo hanno messo a dura prova e la congiuntura politico-finanziaria irrespirabile come quella degli ultimi mesi non glielo hanno consentito.

In molti, io per primo, ci siamo chiesti chi glielo facesse fare di rimanere aggrappato ad un incarico tanto scomodo in un momento così greve e la risposta non è semplice come il popolo bue immagina, ovvero per evitarsi la galera. Berlusconi in fondo in questi anni di riflusso che sono stati l'inizio della fine dell'Impero Romano d'Occidente, ha compiuto la sua missione : reggere il timone di un Paese che gli ha dato fiducia in tante occasioni e, al di là di storture e vizi privati resi maldestramente pubblici, ha ritenuto fosse giusto non mollare alla prima difficoltà, e nemmeno alla seconda, alla terza, alla centesima. Ed infatti l'Italia non ha fatto tanto peggio di altri paesi europei più blasonati dal punto di vista della credibilità politica ed economica.

Gli italiani non sono i figli dell'impero coloniale della corona britannica, ne tantomeno i dominatori francesi che l'impero se lo sono giocato un pò meno bene, ma siamo un popolo di furbi, di legulei, di gente che appena può cerca di fregare il prossimo e le istituzioni dello stato, anche se ci piace tanto fregiarci di ben altre medaglie, quali il paese della solidarietà e della sanità pubblica migliore al mondo.

Come si poteva pensare di essere rappresentati diversamente ?

Oggi inizia il conto alla rovescia verso un probabile fallimento del Paese che solo un uomo di grandi capacità può provare a gestire con le istituzioni europee e con la dura legge dei mercati finanziari che sta schiacciando l'Italia sotto un peso ben più grande del nostro debito pubblico. Un peso sopratutto morale che si assumono gli oppositori del regime, incapaci di comprendere quanto i loro molteplici tentativi di abbattere il rais nascondano un vuoto pneumatico cui neppure loro sanno dare un minimo contenuto. Però sapranno organizzare l'ennesima grande adunata in Piazza San Giovanni con molti artisti che canteranno in segno di vittoria, bevendo felici e contenti.