Il consigliere terzopolista Alberto Musy rispolvera l'idea, già utilizzata dal suo vecchio mèntore Valerio Zanone nella campagna elettorale che lo vide sindaco per diciotto mesi nel 1990, del "road pricing".
Idea nata per limitare il traffico proveniente dall'esterno nella capitale del Regno Unito, oggi viene proposta per fare cassa e recuperare parecchi soldi necessari alla sopravvivenza dell'apparato amministrativo di Torino.
Londra o altre capitali del mondo congestionate dal traffico automobilistico hanno scelto questo sistema non solo per rimpinguare il bilancio, ma sopratutto per difendere i cittadini dalle micidiali polveri sottili.
Il progetto che non piace nemmeno troppo alla giunta Fassino prevede un importo addebitato su una carta di credito o similare di un euro ad ogni passaggio sotto le telecamere che chiudono la città ai non residenti. I conti sono presto fatti : 8 milioni di euro al mese di introito per le casse di Palazzo civico.
Queste sono belle notizie anche alla luce dei 140 milioni di euro di tagli previsti dalla manovra del governo, che verrebbero in gran parte rimpiazzati in dodici mesi dagli occhi elettronici ai varchi cittadini.
Resta da capire cosa ne pensano coloro che dovrebbero pagare questo dazio medievale. Il progetto prevede inoltre un costoso sistema di controllo degli accessi e di gestione della tariffazione che richiederà un certo numero di anni per essere ammortizzato.
Il vero dato è che la FIAT (storicamente ostile ad ogni politica di disincentivo dell'uso dell'automobile) non si è opposta al progetto fornendo un messaggio che non lascia dubbi : l'ultimo dei pensieri dei giovani eredi subalpini è quello di continuare a costruire automobili a Torino.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire?