Il nuovo sindaco di Torino va premiato per lo spirito di dedizione che ha dimostrato di voler dedicare alla Città che lo ha riconosciuto.
Per fortuna egli è un politico tanto intelligente dal non saltare di gioia alla notizia della sua elezione, perchè ben sa cosa lo aspetta.
Evidentemente ancora tantissimi torinesi sono convinti che i dieci anni di Chiamparino, dei milioni del Comitato Olimpico Internazionale, dei fasti Unitari tuttora in celebrazione, della metropolitana automatica e dei nastri tagliati per inaugurare le Spine urbane, possano andare avanti al'infinito (anche senza soldi e ricoperti di debiti come un pralinato) e visto che il garantire alle masse il divertimento nazional-popolare è quello che li porta alle urne, gli elettori di questa Torino in cassa integrazione mentale permanente votano per rassicurare se stessi che a gestire i loro piccoli sogni provinciali sia un uomo della stessa Famiglia.
Pochi ancora sanno che a parte qualche salsicciata di quartiere, il povero Piero Fassino dovrà andare a scaldarsi le mani davanti ai copertoni in fiamme al cancello 17 di Mirafiori come al 22 o al 9 per tenere buoni i metalmeccanici che fra meno di tre anni saranno lasciati a casa definitivamente dai Nuovi Agnelli.
Sergio Chiamparino in dieci anni si è divertito molto di più.