Sono passati ventidue anni, un'era geologica per l'attuale incedere del mondo.

I primi caldi estivi di quella lugubre primavera del 1992 portarono, insieme a duecento chili di tritolo che fecero saltare in aria l'auto di Giovanni Falcone, un presidente democristiano (baciapile) al Quirinale.

Dai catafalchi fatti costruire di fretta dai falegnami di palazzo dall'allora presidente della Camera Oscar Luigi Scalfaro, richiesti da Marco Pannella per garantire la segretezza del voto, uscirono tantissime schede con il nome dello sconosciuto onorevole De Giuseppe, che ovviamente non venne eletto.

Oggi si spera di non dovere di nuovo attendere l'esplosione di qualcosa di tragico per scrollare la massa di imbecilli che abbiamo eletto per rappresentarci, affinchè capiscano che è necessario trovare un accordo per rassicurare le persone che stanno vivendo questo momento storico con il cuore in gola, quando non nella disperazione per aver visto spegnere la luce della speranza dinanzi ai propri occhi di uomini, di donne, di padri e di madri.

Lo squallore rivestito di modernismo dei giovani transfughi del Partito Democratico fa il paio con la strategia scientologica del satrapo di Nervi che ha infiltrato nel parlamento italiano un foltissimo gruppo di disoccupati o visionari a comando non padroni del loro pensiero neppure nelle aule dell'Assemblea.

Le regole sono cambiate, ma gli spettri che riemergono dalla terra nera del passato di D'alema e Romano Prodi sono l'ultima testimonianza di un epoca politica conclusa. Ma la domanda è : il futuro sarà migliore ?

Certo peggio di così sarà difficile ma la storia ci insegna che per raggiungere i livelli di democrazia necessari al progresso di un Paese sono state spese centinaia di migliaia di vite umane, morte gratuitamente in guerre inutili, almeno quanto oggi considerano quel sacrificio le generazioni ignoranti che sputano sul tricolore perchè si ritengono i depositari di una verità nuova.

Il conto da pagare per le conseguenze di questi comportamenti irresponsabili sarà molto salato, e come sempre lo pagheremo noi.