In passato il tipo di lavoro svolto indicava il carattere di un individuo: scegliere tra il coraggio della libera impresa o la tranquillità dello stipendio fisso. Il lavoro che non c'è oggi non lascia scelta.
Trent'anni fa ci si poteva permettere di optare per un lavoro dipendente, garantito e protetto con tanti giorni di ferie e addirittura il problema di doverle smaltire rovistando nel calendario per organizzare ponti e festività prolungate, giorni di malattia pagati fino all'ultimo centesimo per guardare la tv sotto le coperte e poi feste, permessi di ogni genere, addirittura i permessi per cure idropiniche pagate dallo stato italiano, facendo assomigliare un impegno lavorativo ad un hobby da coltivare a proprio piacimento, a seconda dell'umore.
Oppure scegliere di lavorare per sè tantissime ore, in cambio di condizioni economiche più interessanti, a fronte di altri rischi.
Oggi i dati parlano di 17 mila nuove partite iva aperte nel 2011, un dato che lascia sperare bene ma ci si domanda come queste aziende riusciranno a superare l'anno di vita, stritolate dai costi generali e dal credit crunch.
Per fortuna chi si emoziona appena uscito dal notaio dopo aver costituito la società, non ha la minima idea di cosa lo aspetti, altrimenti non lavorerebbero neppure più i notai gia in difficoltà per la crisi da mancato rogito figlio della carenza di credito (non che ci facciano tenerezza queste categorie, ma è tanto per fare un esempio).
Quello che non si dice è che di quelle 17 mila nuove partite iva il 40% sono ditte individuali costituite da dipendenti costretti dai datori di lavoro a "mettersi in proprio" assumendosi tutti gli oneri contributivi ed accessori per salvare il posto di lavoro.
Riteniano che si debba fare molta attenzione a stimolare le nuove imprese quando non ci sono garanzie di futuro; non che si debba scoraggiarle ma un minimo di senso di responsabilità è necessario per evitare a chi ha deciso, non sempre a cuor leggero, di aprire una attività in proprio di non essere più in grado di poterla chiudere se non funziona, perchè sommerso di debiti contratti per tenerla aperta. La professionalità e la serietà personale sono il primo requisito per ricostruire un tessuto economico fatto di aziende produttive, sane e competitive.