Quanti italiani sanno che la casa nel cuore di Roma che si è recentemente comprato un senatore democratico italiano è di loro proprietà ? Si, un tesoriere sbarazzino e ridanciano ha sottratto (non dalle casse del suo partito, la rutelliana Margherita) dalle tasche dei contribuenti italiani 13 milioni di euro, parte del finanziamento pubblico ai partiti politici che il parlamento italiano ha regolarmente aggirato nonostante il referendum del 1993 avesse abolito questa opzione.

Ogni partito rappresentato in parlamento percepisce infatti una somma pari ad 1 euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali (quindi anche se questi non si reca a votare), proporzionalmente alle percentuali ottenute alle elezioni politiche.

La Margherita prima di essere sciolta rappresentava il 10%.

Che l'attività politica sia redditizia, sopratutto per chi l'ha svolta negli ultimi vent'anni, lo sanno anche i sassi ma che le motivazioni che muovono un cittadino a dedicarsi alla res publica siano ormai residuali ideali risorgimentali lo sanno forse meno persone.

Certo è che, al di là del paradosso di stanziare i pochi soldi pubblici rimasti nelle casse dello stato italiano per pagare le campagne elettorali a chi non ha niente da dire ma grazie a questo sistema ha invece molti soldi da spendere, si deve tornare a fare la politica per passione civile. Senza soldi.

Si può parlare alla gente anche in piedi su una cassetta di mandarini rovesciata sul selciato di una piazza, senza la necessità di foderare tram, affiggere manifesti luminosi di 10 metri per 6 o invitare centinaia di persone a mangiare gratis per farsi votare.

Pensiero Italia da sempre sostiene che la buona politica deve necessariamente partire dal basso e accetta ogni contributo volontario e gratuito da persone pulite che non cercano nel nostro progetto una prospettiva di facili guadagni o peggio carriere personali per sbarcare il lunario a spese della collettività.