Dalla cronaca di Cuneo un lettore racconta attraverso una lettera ad un giornale online l'avventura vissuta a bordo di un treno che vi riportiamo di seguito
Gentile Direttore,
volevo raccontare ai lettori quanto ho vissuto questa mattina al ritorno da Torino in Treno. Ho pensato molto a se scrivere al giornale, sentendomi un po' Don Abbondio al cospetto dei bravi. Credo di interpretare bene le sensazioni che abbiamo provato tutti in treno questa mattina e allora mi armo di coraggio e procedo.
Questa mattina sono andato a Torino presto per lavoro; al rientro, insieme a qualche studente, ho preso il treno delle 11e42 da Torino Lingotto alla volta di Cuneo. Dal fondo del vagone proveniva un gran puzzo e degli schiamazzi. Due giovinastri, uno di etnia rom e uno di etnia slava, si sono esibiti in una serie di gesti poco eroici, dagli sputi per terra a soffiarsi il naso senza fazzoletto, con rutti e altri gesti molto eloquenti. E’ passata qualche ragazza che è stata oggetto di sguardi e gesti inequivocabili, commenti in lingue sconosciute. Ho capito perché mia moglie non vuole più viaggiare in treno di notte; in questi casi è un bene non essere soli.
A un certo punto hanno messo sul cellulare, ultimo modello, canzoni rom a tutto volume, totalmente incuranti degli altri passeggeri. Ne abbiamo sentite 4 o 5, nel viaggio. Mi guardavano con insistenza per vedere se potevano fare 2 contro uno e magari portarmi via qualcosa. A un certo punto è arrivato il controllore che, dopo un po’ di telefonate alla polizia, coraggiosamente sul serio, ha chiesto loro il biglietto. Naturalmente non avevano il biglietto, non hanno pagato, inutile fare la multa perché sono nulla tenenti.
Sono scesi a Fossano, impuniti, senza sanzioni, imprecando. Noi ci siamo tenuti la puzza, gli sputi e il mocco nel vagone, lo sporco, il casino, le mezze minacce di chi è un vero criminale e te lo fa capire bene. Poi sono sceso, con la borsa da lavoro, per andare a lavorare...
Ho pensato quanto sia distante la realtà dai principi, quanto sia difficile riuscire a trasformare una bestia in un essere umano. Una bestia è una bestia, un pericolo per la società. Sul Vangelo si parla del pastore che difende gli agnelli dai lupi. Non degli agnelli che si devono "prestare" a cercare di trasformare i lupi in agnelli, sfamandoli. Una bestia è proprio una bestia e oggi ne ho viste due. Spero di non incontrarle più, per la mia incolumità. Spero che mia figlia non si trovi mai sola in un vagone con due criminali simili.
Ho rivisto, negli sguardi dubbiosi di chi era vicino a me, la paura, quella sensazione di impotenza di chi può solo rimetterci a pretendere un comportamento civile da una bestia. E son tornato a lavorare, con la consapevolezza che una bestia è solo una bestia e la vaga idea di imparare a difendermi, di prendere il porto d'armi.
Questa domenica darò qualche soldo in più in Chiesa, ma che il Prete non mi venga a parlare di integrarli. La mia famiglia e quei criminali possiamo al massimo cercare di convivere... sperando che non rubino proprio a casa mia e, soprattutto, che mia figlia o mia moglie non capitino sullo stesso vagone...
Un grazie al controllore .
Un amico dalla Scozia ci ha gentilmente scritto per manifestare la sua opinione in merito, che volentieri pubblichiamo:
Se questi due rifiuti umani fossero stati presi a cinghiate da un numero sufficiente di viaggiatori, (giusto per dare loro modo di capire che possono essere trattati dagli italiani alla stessa stregua di come vengono trattati nei loro campi dai loro presunti padri, quando tornano senza aver raggiunto un giusto ammontare di elemosine…) avrebbero ricevuto una lezione estremamente utile alla loro crescita, dal momento che ognuno è predisposto a comprendere solo grazie agli strumenti didattici che gli sono più congeniali e familiari.
Nel loro caso, una sana, prolungata dose di cinghiate.
L' unico inconveniente sarebbe stato rappresentato da qualche ignorante che, in buona fede, si sarebbe opposto, avallando la necessità di rispettare i diritti dei due rifiuti dalle sembianze umane.
Ma proprio in virtù del fatto che persino i due rifiuti umani hanno i loro diritti, sarebbe stata proprio cosa buona e giusta ricordare loro IL DIRITTO (non il dovere) che hanno di doversi impegnare il più possibile ad assomigliare un essere umano.
Aiutandoli nell' unico modo lecito, utile e proficuo: a cinghiate.