Il professore torinese questa mattina fa outing sul principale quotidiano torinese. Non per la sua omosessualità da sempre dichiarata ma per favorire un suo amico, un certo Revelli, a candidato sindaco di Torino.
Al di là del lancio della candidatura nel vuoto delle previsioni, dobbiamo segnalare ed appoggiare il suo raffinato pensiero come esempio da seguire.
Egli ricorda infatti i bei tempi del suo laboratorio politico negli anni settanta in una soffitta di via Mazzini dove lasciava il portone aperto e chiunque era invitato, se voleva, a bere un bicchiere di vino in sua compagnia. Interessante e assolutamente condivisibile la considerazione sulla necessità di riaprire le sedi di partito nei quartieri e di "non lasciare la gente davanti alla televisione".
C'è bisogno di confronto tra le persone, di portare nuovamente i singoli a ritrovarsi per discutere di politica, non lasciando a Gianni Vattimo la medaglia di ultimo esule che parla ancora di destra e di sinistra.