Rompere il silenzio su Torino 2.0 dopo oltre due anni e' per me motivo di rammarico e senso di colpa e per questo porgo le mie scuse a chi ha trovato queste pagine in abbandono, in sintonia con molti ambiti del nostro Paese e della sua vita pubblica.
Non credevo che questa domenica di Dicembre mi riportasse su questo server amico ed il merito va a John Elkann ieri sera comparso sul plasma con una felpa bianca con la scritta Juventus: il non piu' giovanissimo finanziere accerchiato gia' dal giorno prima dall'ex Luciano Moggi che su Il Foglio dava per praticamente ceduta anche la squadra di calcio di Famiglia, smentiva ogni previsione confermando che la squadra di suo nonno non sarebbe mai stata venduta. Neppure per un miliardo.
Pensando a cosa sarebbero disposte a fare miliardi di persone per un miliardo di euro (o di dollari USA) ho pensato che si trattasse di un gesto filantropico, quasi di rispetto nei confronti della Real Casa torinese di cui lui e' emanazione secondaria non essendo neppure un Agnelli. Invece subito dopo ho pensato che qualcuno piu' in alto di lui lo avesse consigliato di lasciar perdere per evitare conseguenze peggiori di rinunciare a tutto quel denaro (liberandosi di una squadra che non vince piu' niente).
Torino e il calcio bianconero hanno subito gravissime infiltrazioni di gruppi malavitosi che controllano le curve di tutti gli stadi d'Italia, anche per questo John presto o tardi - ne sono certo - la squadra la vendera'. Ma in un secondo momento. I clamori levatisi attorno alla vendita al gruppo greco Antenna delle attivita' editoriali di GEDI (La Stampa, La Repubblica, Deejay TV, m2o TV e Radio Capital TiVù) a proposito dei quali il nostro aveva sostenuto di essere interessato ad investire molte risorse per creare un polo dei media europeo, lo hanno dissuaso dal rischiare di trascorrere un brutto Natale tra sputazzi e pernacchie di tifosi e lettori.
E cosi' Torino si ritrova orfana anche della "BUSIARDA" nel silenzio tombale del suo sindaco Stefano Lo Russo e di tutta quella piccolissima classe dirigente fatta di tennisti e gourmet esperti di agnolotti a chilometro zero, vinelli, ciaspolate in quota con spritz "on the rocks" e presentazioni di libercoli che puzza di muffa da cantina sabauda, che non ha saputo inventarsi niente per arginare il crollo del muro delle sue fabbriche polverizzate dall'industria automobilistica cinese.
Senza dover riprendere le dichiarazioni al vetriolo sulla vicenda profferite del nemicoamico Carlo De Benedetti, il bue che da' del cornuto all'asino, rimaniamo in silenzio. Con rispetto tutto torinese.
Andrea Reali