Vivere in un paese come l'Italia è come essere protagonisti di un brutto sogno che pare non finire mai. Ci si sveglia la mattina leggendo le prime pagine dell'informazione nazionale e ci si sente piccoli ed impotenti di fronte a paesi come la Germania o inesistenti davanti alle cifre della crescita economica dell'India o del Brasile. Dopo il primo caffè lo smarrimento si riduce ad un senso di sdegno latente, come una febbriciattola che non passa: arrivanti alle pagine 7 e 8 di qualunque quotidiano si legge che l'industriale (se così possiamo chiamarlo) Gian Mario Rossignolo ha equamente diviso tra i suoi amici i sette milioni di euro ricevuti dal governo italiano dietro la garanzia di una fidejussione falsa, erogati per lo svolgimento dei corsi di formazione professionale alla De Tomaso, accontentando con 21.000 euro anche la fidanzata del figlio.
Persone come Rossignolo hanno divorato per decenni pezzi d'Italia, attaccate come sanguisughe ad aziende sostenute da soldi pubblici che hanno riconosciuto stipendi, stock option e privilegi da mille e una notte che si sono mangiati in anni di cupidigia ed oggi sferrano l'ultimo colpo di coda per non tradire le aspettative dei loro figli che pensano di poter vivere come hanno fatto i loro genitori in un'Italia ridotta alla fame, approfittando del loro nome che anzichè destare sospetto genera rispetto e fornisce patenti di credibilità.
Da otto mesi l'Italia si è accorta di vivere con l'acqua alla gola perchè Mario Monti ha interrotto la becera abitudine dei suoi predecessori di nascondere la realtà, presentandoci la situazione per quella che è.
Ma la giornata non è ancora finita e arrivati a pagina 9 del quotidiano rivediamo i denti finti, i capelli dipinti, la pelata del suo lacchè. Ed ecco lo stregone che scende dalla sua Audi blindata, circondato dagli sgherri che da diciotto anni si preoccupano della sua incolumità.Lo smarrimento ci coglie facendoci ripiombare nel fetore degli ultimi anni vissuti a mille all'ora da Silvio Berlusconi consapevole che sarebbero stati per lui gli ultimi e pertanto quelli da vivere più intensamente.
Nulla avviene per caso e lo sciamano della demenza televisiva sa bene cosa significhi tornare a promettere l'abolizione della tassa sulla casa ed una nuova rinascita di attività economiche polverizzate dal credit crunch che porteranno nuovi ed improbabili posti di lavoro. Ma se lo farà significa che, oltre al delirio di onnipotenza salvifica di cui è imbevuto l'ex presidente del consiglio, c'è lo spiraglio di ritrovare anche solo un piccolo osso con un pò di carne attaccata, brandelli di esistenza drogata di necessità di comando che tiene in vita l'ego di uno degli uomini più scaltri della storia italiana. Resta la speranza che abbia ragione di immaginare che si possa ripartire ma l'augurio è che questo popoli di legulei, di invidiosi e di furbi cortigiani gli volti le spalle dimenticandolo per sempre.