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Categoria: Torino20
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"Saremmo capaci di spegnere il sole e le stelle, perché non pagano un dividendo"

Penso ai giovani, alla meglio gioventù di questo condominio regionale, che chiamiamo Italia.

Ai quali toccherà affrontare, come a tutti i loro coetanei, il mercato del lavoro più difficile dai tempi della grande depressione.

Che grande bugia, quella di far credere loro che si può migliorare la società, usando il libero mercato e la globalizzazione.....

"Il gatto e la volpe" che altro non sono che una mistificazione fatale, ma che hanno azzannato senza pietà diritti e tutele dei lavoratori, rendendoci tutti più isolati e più deboli.

Perchè libero mercato e globalizzazione sono entrambe al centro di un unico disegno egemonico, nato nel cuore dei grandi centri del potere capitalistico.

E non usciremo dalla grande contrazione, da questo terremoto economico e sociale che ci ha investito, se non ricostruiamo nelle nostre società quegli elementi di eguaglianza e giustizia, come è accaduto negli anni trenta.

Se non ci rendiamo artefici di un nuovo progetto riformatore, il capitalismo rischia di distruggere la democrazia ed il benessere collettivo: populismo, logica esasperata del profitto, consumismo "autoritario" sono infezioni maligne, che minacciano le nostre democrazie. E l' Italia è un piccolo laboratorio mostruoso di queste patologie.

Domandiamoci cosa è accaduto all' immagine del nostro paese nel mondo, mettiamo assieme i pezzi del puzzle di una dignità vilipesa e cestinata, che abbia la capacità di raccontare quali sono stati i costi dell' era dell' ultimo imperatore di Roma, e le radici profonde di un modo di fare politica che gli sopravviveranno, e con cui dovremo fare i conti anche dopo.

Perchè la priorità di impegnarsi a far crescere la coscienza civica nell' individuo è venuta meno, strangolata dalla necessità fasulla ed indotta che lo obbliga a fare rate fino al giorno dell' estrema unzione, pur di poter avere un megaschermo o il tablet dell' ultima generazione.

E sentirsi, quindi, un "cittadino esemplare".

Gente che abbia una capacità critica non risulta essere utile: per vendere si ha bisogno solo di consumatori, possibilmente ignoranti.

Se è vero che la storia siamo noi, allora dobbiamo influire sul corso degli eventi, e riusciremo a farlo solo se troviamo una narrazione comune che tenga insieme bisogni ed aspirazioni non di una sola categoria, ma di una nazione.

La nostra nazione.

L' unica che abbiamo.

A coloro che dovranno risollevare le sorti dell' Italia, e che hanno ereditato dai propri genitori, per la prima volta dopo tante generazioni, un mondo più povero e meno accogliente....

A coloro che dovranno misurarsi senza regole certe, con coetanei agguerriti provenienti da tutto il mondo, e non solo più dal paese accanto...

A coloro che saranno costretti a dimenticare il proprio ieri per "aggredire" il domani, e che dovranno avere e tradurre in realtà idee che i propri genitori non potranno capire.

E che forse non dovranno capire....

A tutti coloro che si accingono a questo periglioso viaggio, auspico di riuscire a doppiare idealmente quell' aspro Capo di Buona Speranza nel cui nome, però, risiede il miglior augurio che io possa loro fare.

E speriamo solo che "Sorella Povertà" non decida di tornare a farci visita, perchè vestirà un abito buono per tutte le stagioni.

E sarà lei, allora, a fare tendenza. E gli italiani, da bravi italiani, seguiranno subito la moda.

"Obtorto collo", però.

Luca Fregonese, Edinburgh UK